Come capire se si sta facendo un lavoro efficace a livello SEO

Non sempre è facile capire se il professionista a cui si sta affidando la SEO del proprio sito – perché, meglio dirlo subito, fare SEO da autodidatta facendo anche altro è quasi impossibile – sta lavorando bene. Soprattutto quando, magari, si è esperti in un altro settore o, comunque, non si ha particolare dimestichezza con il mondo del web.

Ecco, però, alcuni suggerimenti per comprendere meglio la portata di questo lavoro.

Vedere lo storico delle posizioni per specifiche keyword

Attraverso degli strumenti ad hoc è possibile comprendere lo storico delle posizioni per quelle keyword che si è deciso di puntare. Certo, questo è l’aspetto più semplice. Nel senso che se si è passati dalla posizione 40 alla 5 è ovvio che il lavoro sta procedendo in maniera ottimale.

Però, se non si hanno i tool giusti, la soluzione sarebbe andare a vedere su Google ogni giorno perdendo un mucchio di tempo e non avendo un prospetto chiaro. Perché su Google lasciamo delle tracce e, inevitabilmente, le tracce che noi lasciamo possono influenzare in parte i risultati che ci dà il motore di ricerca.

Con i software adatti, invece, basta semplicemente un click per avere un quadro completo e, addirittura, si può perfino scegliere un tempo ben preciso. Ad esempio, vedere l’andamento delle parole chiave nell’ultimo mese, nell’ultimo trimestre o nell’ultimo anno (e anche più). Va da sé che un professionista valido dispone di tutti questi strumenti.

Valutare se si sta procedendo con tecniche che a Google non piacciono

Velocità dei risultati e SEO non vanno d’accordo. Miracoli non ne fa nessuno: ci vogliono mesi e, in alcuni casi, anche anni per poter avere dei risultati efficaci in ottica SEO. Chi promette cose diverse, salvo situazioni particolari, non sempre è in grado di mantenere la promessa.

Però, per accelerare questo processo, alcune volte si ricorre a delle tecniche che a Google non piacciono. Facciamo un esempio concreto: riempire i testi, i tag e le immagini di parole chiave e rendere un testo praticamente illeggibile in italiano.

Questa tecnica per un certo periodo di tempo ha funzionato ma, oggi, proporla vuol dire darsi la zappa sui piedi. Magari all’inizio può produrre dei buoni risultati ma, alla lunga, Google si accorge di questa tecnica e può penalizzare il tuo portale. Subire una penalizzazione su Google significa, giusto per essere chiari, nel migliore dei casi, finire in quarta o quinta pagina. Nel peggiore, scomparire dai suoi radar. E per ricomparire ci vuole un tempo ancora maggiore rispetto a quello che sarebbe servito se si fossero attuate delle tecniche ammesse. 

Capire se sta aumentando il fatturato, oltre al numero dei click

Uno dei fattori più critici per quanto concerne la SEO è la scelta delle parole chiave. Molte volte si scelgono solo in base al volume di ricerca, cioè quante volte viene cercata al mese su Google. Questo è uno dei criteri ma non è certamente l’unico.

Può capitare che aumentano i click, si è raggiunti la prima pagina di Google ma il fatturato non cresce e gli ordini non arrivano. Il motivo? Si è scelti una parola chiave non profittevole, cioè che porta solo click ma non soldi, giusto per dirla senza mezze misure. Non stiamo dicendo che questa tipologia di keyword non serva – può essere