Con la pandemia c’è stata la rivincita dei borghi

Per alcune settimane si era parlato perfino di ‘south working’, cioè una sorta di evoluzione dello smart working. Praticamente i tanti meridionali che lavorano al Nord, all’improvviso, a causa di vari lockdown a partire da febbraio 2020, si sono catapultati al Sud.

E tanti di loro sembra che non vogliano più ritornare. Ripopolando quei borghi che per anni sono stati abbandonati. Ma quali sono i motivi che spingono le persone a rivivere in questi pezzi di paese che sono, poi, uno dei tratti caratteristici dell’Italia?

Eccone alcuni

Costi più bassi

In generale, i prezzi nei piccoli borghi sono più bassi. In tutto. Sia nelle cose più futili, come il divertimento o un caffè al bar, che per i beni di prima necessità, quali acqua e cibo. 

Del resto, basti vedere quanto costa un parrucchiere per donne a Spoleto, giusto per fare il nome di un piccolo paesino, rispetto a uno che opera a Milano, per dire una grande metropoli.

Questo fa sì che da un lato il risparmio mensile possa salire ulteriormente – potendo, quindi, almeno all’inizio, tamponare i tanti rincari di queste settimane – e, dall’altro, magari preparare un investimento che potrebbe portare i suoi frutti.

E, soprattutto, con uno stipendio da lavoro in ufficio si può far girare l’economia del borgo perché ci si può permettere delle cose che, magari, prima non ci si poteva neppure sognare.

Niente stress

Chi vive vicino al mare non soffre molto di stress. Almeno, parliamo di chi può goderselo il mare. Nel senso che, per definizione, i piccoli borghi sono luoghi dove lo stress non si sa neppure che significa.

La vita scorre più lentamente. La connessione wi-fi spesso non è neppure arrivata e, comunque, soltanto i giovanissimi sono lì sempre con lo sguardo sullo smartphone.

E quando manca lo stress si vive sicuramente meglio. Non solo dal punto di vista mentale ma anche fisico. Non mancano gli studi che parlano di come lo stress possa incidere in maniera negativa sull’invecchiamento, rendendolo più precoce attraverso la fuoriuscita, prima del tempo, dei capelli bianchi. 

Certo, ci sarebbe da parlare del fatto che, probabilmente, alcuni servizi non ci sono, come il trasporto pubblico. Però, comunque, a conti fatti, se si è raggiunti un certo tipo di equilibrio, può bastare il mare, la tranquillità e la microcriminalità praticamente inesistente.

Ritorno alle origini

Si capisce il valore della propria terra quando la si è costretti ad abbandonare. Questo è in estrema sintesi l’insegnamento che ha portato con sé il lockdown e la tendenza a lavorare da remoto.

Non è certamente un caso che, comunque, sono sorti in questi mesi tante associazioni legate alla promozione del territorio per la conoscenza di spazi e luoghi che prima non si conoscevano neppure. Pur abitando, magari, a pochi metri di distanza.

Questo significa che il ritorno alle origini – solo qualche anno era preso quasi come una sconfitta – oggi vuol dire un riappropriarsi della propria terra. Far capire quanto di bello ci può essere in quei pochi chilometri quadrati di città, soprattutto quelle non raggiunte dal lato brutto del progresso.

Un ritorno alle origini che, comunque, fa lavorare perfino meglio le persone perché si comincia a sentire quell’aria di casa e familiare che, con tanta nostalgia, si era sognato in passato.

Uno scenario che era quasi inverosimile ma che oggi è realtà. Tanto è vero che, comunque, si sta cercando di portare ‘di forza’ di nuovo le persone in ufficio. E provare a limitare al massimo lo smart working. Perché, almeno così si dice, danneggerebbe l’economia delle grandi città. Chissà se poi sarà effettivamente vero.